Lo studio idrogeologico condotto sul Faedo-Casaron ha messo in evidenza come le risorse idriche della zona siano legate essenzialmente alla struttura carsica del massiccio carbonatico. La delimitazione dello stesso ha per messo una prima valutazione delle quantità del bilancio idrico.
Un calcolo delle riserve regolatrici connesse con la macrostruttura dell'acquifero carsico è apparsa in questa sede difficile per l'impossibilità di valutare globalmente le portate di sistemi caratterizzati da più punti di emergenza distanti fra loro e che, durante la fase di massimo deflusso, mostrano variazioni di portata sensibili. Appare perciò indispensabile, in una seconda fase di ricerca, qualora si voglia valutare la portata di piena e come questa si esaurisce nel tempo, realizzare una serie di stramazzi che permettano una misura delle portate continua e soprattutto più precisa.
Questa fase di ricerca andrebbe eventualmente integrata con i dati di una stazione pluviometrica da ubicare direttamente sull'altipiano; in questo modo si potrebbe considerare un modello che utilizza le precipitazioni come impulso mentre la risposta è fornita dalle portate di emergenza.
Questi dati potrebbero essere inoltre confrontati con i tempi di percorrenza di traccianti immessi, durante eventi piovosi intensi, nelle cavità che sono state individuate sull'altipiano.
Le risorse idriche del Faedo-Casaron risentono dei difetti comuni delle sorgenti carsiche e cioè magra estiva che può risultare elevata in caso di annata siccitosa, torbosità a seguito di temporali e facilità di inquinamento; esse però consentono di servire utenze che, per la loro ubicazione, porrebbero seri problemi, comunque più onerosi, per un approvvigionamento idrico alternativo.
Le ultime considerazioni vanno fatte in merito all'inquinamento in quanto questo problema si è già presentato (GLERIA, 1983) e preoccupa tuttora le amministrazioni locali. Nell'area esiste una situazione di alta vulnerabilità delle falde e pur non esistendo insediamenti industriali nella zona restano sempre possibili inquinamenti di origine domestica od agricola.
Per quanto riguarda l'attività agricola, senza voler entrare in merito, la situazione sembra essere attualmente sotto controllo per appositi provvedimenti delle autorità comunali, le aree di pascolo rimangono poi ora limitate da precisi vincoli forestali.
I maggiori problemi potrebbero nascere quindi solo da una sviluppo degli insediamenti sull'altopiano in questo senso si potrebbe ovviare creando una zona "parco" che una recente legge regionale (n. 54, 8.5.1980) dispone proprio per la conservazione delle aree carsiche di particolare interesse.