IL GIORNALE DI VICENZA
Martedì 29 Marzo 2005
provincia
Pagina
18
Ora il Buso della Rana è un logo protetto
dal FAI
di Giancarlo Marchetto
E così tra i luoghi del cuore sono entrate anche le viscere! Battuta
che nasce scontata nel prendere atto che il FAI,
Fondo italiano per l’ambiente - benemerita associazione che proprio quest’anno celebra il trentennale dalla
fondazione - ha fatto propria la preoccupazione di alcuni cittadini sensibili
circa la tutela naturalistica inserendo il Buso della RANA, grotta attiva che
per oltre 26 km serpeggia all’interno dell’altopiano Faedo-Casaron, nella lista
dei “Luoghi del Cuore”.
Grazie al 2° censimento Fai dei “Luoghi da non dimenticare”, operazione
condotta in simbiosi con Banca Intesa e il quotidiano La Repubblica, da quest’anno
- con lettera a firma del direttore generale del Fai Marco Magnifico - il Buso
della RANA è entrato a far parte dei beni naturalistici sui quali porre
la massima attenzione nella tutela.
La campagna del Fai “I luoghi del cuore” porta ad un censimento per salvare
tante bellezze storiche, artistiche, naturalistiche del nostro paese che rischiano
di scomparire. Al Fai il compito di amplificare la voce dei cittadini che hanno
espresso la propria preoccupazione sulla sorte del luogo da tutelare, chiamando
in causa i sindaci e relative soprintendenze regionali affinché tali
ricchezze siano adeguatamente tutelate e salvaguardate.
Il passo successivo sarà quello di uno studio approfondito e la successiva
catalogazione al fine di permettere agli esperti di indicare le iniziative
da intraprendere ed i vincoli da introdurre per la difesa del sito.
Il Buso della RANA, proprio per le proprie caratteristiche di grotta percorsa
dall’omonimo corso d’acqua, attira un grande numero di visitatori soprattutto
perché non presenta pericoli nell’esplorazione e perché è estremamente
gratificante il paesaggio ipogeo interno.
Già negli anni ’70 i gruppi speleologici vicentini avevano concordato
il monitoraggio ed il contenimento delle visite attraverso la costruzione di
un cancello interno, successivamente la grotta è diventata campo d’azione
per speleologi e neofiti di ogni parte d’Italia e dall’estero. Sono almeno
10 mila visitatori l’anno, questa la stima per difetto, quanti entrano nella
cavità carsica maladense.
Gli effetti di tale intensa frequentazione sono l’abbandono di una grande quantità di
rifiuti, in particolare il carburo esausto, estremamente inquinante, ed i tanti
atti vandalici a danno delle concrezioni e dell’ambiente ipogeo.
Il Fai è al 3° posto tra le fondazioni private che si occupano del
patrimonio storico e naturalistico in Europa, secondo solo al National Trust
inglese e a quello scozzese.
Nota del webmaster:
Andando a spulciare fra i risultati delle segnalazioni sul sito del FAI, la
notizia si sgonfia clamorosamente quando si scopre che il Buso della Rana
ha ricevuto BEN una (SOLO UNA!) segnalazione.