Studio idrogeologico: premessa

  1. PREMESSA

 

1.1 Presentazione

L’altopiano del Faedo-Casaron, nei Lessini orientali, costituisce un’area carsica di particolare interesse, sia per l’evidenza delle morfologie in superficie sia per lo sviluppo dei fenomeni ipogei che, anche grazie alla ricerca speleologica degli ultimi anni, consentono di tracciare un quadro ormai esauriente dell’idrologia sotterranea.

Le dimensioni del principale complesso carsico della zona, che con oltre 22 chilometri di sviluppo costituisce per ampiezza il terzo complesso italiano, ha consentito la diretta osservazione di fenomeni profondi di grande valore per una corretta definizione della circolazione delle acque carsiche e per la delimitazione dei singoli bacini idrografici.

Va sottolineato inoltre che gli acquiferi del Faedo-Casaron alimentano gran parte della rete idrica del comune di Monte di Malo e di Cornedo Vicentino, risulta quindi utile una ricerca che definisca gli aspetti idrogeologici della struttura carbonatica per una migliore gestione di queste risorse.

 

1.2 Scopo dello studio

Il presente lavoro, che costituisce una dissertazione di tesi per il corso di laurea in Scienze geologiche ha per scopo:

  • definizione dei limiti della struttura carbonatica del Faedo-Casaron;
  • definizione delle unità e delle strutture idrogeologiche;
  • analisi delle modalità di impostazione e di sviluppo delle azioni speleogenetiche che hanno determinato l’attuale circolazione sotterranea nel Faedo-Casaron;
  • compilazione del bilancio idrogeologico del massiccio;
  • stesura di una carta idrogeologica riassuntiva degli elementi stessi.

 

1.3 Programma d’indagine

Per l’espletamento dei punti posti al precedente paragrafo si è proceduto innanzi tutto eseguendo un rilevamento geologico, su basi litostratigrafiche ed alla scala 1:10 000, dell’altopiano e dell’area limitrofa.

Si è studiata la distribuzione delle principali dislocazioni della zona mediante l’analisi delle foto aeree alla scala 1:66000; si sono integrati poi questi dati con quelli relativi alla distribuzione spaziale delle microfratture in stazioni opportunamente scelte nell’area studiata. Quest’ultimi dati sono stati elaborati secondo i concetti dell’analisi strutturale nei reticoli Schmidt-Lambert e Kalsbeek che permettono una visualizzazione tridimensionale dell’andamento delle fratture nella massa rocciosa.

Si sono considerati gli aspetti geomorfologici, servendosi anche degli elementi acquisiti dalla fotointerpretazione, delimitando i singoli bacini imbriferi endoreici e quelli dei corsi d’acqua che incidono l’altopiano.

Si è fatto il censimento degli apparati carsici del massiccio con riguardo all’attività idrica degli stessi e delle sorgenti localizzate nella zona.

Si sono considerati gli orientamenti dei principali reticoli carsici riportandoli in diagrammi stellari e confrontandoli con i diagrammi strutturali.

Per quotare il piano-grotta del principale sistema carsico dell’altopiano è stato eseguito un rilievo altimetrico con ecclimetro a filo da miniera lungo alcuni corsi d’acqua sotterranei.

Si sono considerati gli elementi climatici fondamentali integrando i dati delle stazioni limitrofe del Ma­gistrato alle Acque, indispensabili per tracciare il bilancio idrogeologico del massiccio carsico.

Infine si è passati all’elaborazione di una carta idrogeologica riassuntiva di tutti gli elementi emersi nella fase di ricerca.

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