Durante la Seconda Guerra Mondiale un grave lutto colpì il Gruppo Grotte del CAI di Vicenza: Gastone Trevisiol moriva durante uno dei bombardamenti alleati sulla città. In suo onore venne posta una targa all’ingresso del Buso della Rana, targa che verrà poi distrutta negli anni successivi da ignoti vandali.
L’iniziativa della ripresa degli studi al Buso della Rana si deve al Gruppo Grotte ” A. Massalongo ” del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, che nel 1952, si mise in contatto coi vecchi soci del Gruppo Vicentino, che misero a disposizione tutti i dati in loro possesso, fra cui la pianta dei rami esplorati.
Il Gruppo di Verona, composto da F. Zorzi, A. Pasa, S. Ruffo, Arturo Pasa, P. Nicoli, E. Laudanna, S. Bozzini e P. Talamini, con la collaborazione di C. Conci, A. Galvagni e L. Tamanini del Gruppo Grotte della S.A.T. di Trento, effettuò una prima spedizione di cinque giorni alla grotta, il 26-30 dicembre 1952 (vedi l’articolo 1952 VR e TN). Alla seconda spedizione, effettuata il 31 ottobre 1954 sotto la direzione di A. Pasa, presero parte, oltre ai partecipanti alla prima, anche i vicentini A. Broglio e A. Rigobello. Questi ultimi nel novembre 1954 raggiunsero la parte terminale del Ramo Destro dell’Ingresso, dopo aver superato alcuni sifoni.
La cordiale collaborazione così iniziata fra Veronesi e Vicentini, portò nel dicembre 1954 alla ricostituzione del Gruppo Grotte della Sezione Vicentina del C.A.I., che venne intitolato allo scomparso Gastone Trevisiol. I due Gruppi in stretta collaborazione continuarono le ricerche nella grotta, alle quali si unì in seguito anche il Gruppo Grotte del C.A.I. di Schio, che in precedenti esplorazioni aveva individuato e percorso il Ramo dei Salti.
Nel corso di successive esplorazioni, alle quali prendevano parte oltre ai suddetti speleologi anche i vicentini G. Appoggi, G. e R. Bartolomei, L. Battiston, G. Benedicti, A. Bizzi, L. Cabianca, G. Curia, G. Francese, E. Lovato, E. Menaldo, B. Sala, S. Santucci, P. Tappare, A. Vodarich, A. Pasa individuava il Ramo dei Ponticelli e il Ramo Trevisiol.
Il Ramo Trevisiol, lungo oltre 700 metri, veniva esplorato il 25 aprile 1955 dallo stesso A. Pasa, unitamente ad A. Allegranzi, G. Bartolomei, A. Broglio, A. Galvagni. In tale visita il Galvagni iniziava il rilevamento, completato in seguito da A. Broglio, R. Gasparella, G. Bartolomei e G. Giacobbi.
Durante una delle spedizioni il Gruppo di Schio effettuava il primo bivacco sotto tenda all’interno della grotta, oltre il Trivio.
Il Gruppo di Vicenza eseguì ancora vari lavori per agevolare il percorso dei visitatori; riattivò il vecchio ponticello di legno del Trivio, e collocò una scala di legno per il superamento della Cascata del Ramo Principale; abbassò con opportuni lavori vari bacini d’acqua.
Altre spedizioni vennero eseguite sull’Altipiano soprastante la grotta, per rilevarne le morfologie carsiche, da parte di G. Bartolomei, R. Gasparella e L. Cabianca.
Nel febbraio 1956 vennero effettuate due visite alla grotta, che in seguito all’eccezionale ondata di freddo presentava ghiacciati i bacini d’acqua fino al Trivio: il Lago di Caronte poteva essere percorso camminando sul ghiaccio.
Nell’estate del 1956, venne scoperto un nuovo ramo che collega il Ramo Attivo di Destra, con il Laghetto della Cascata del Ramo Principale; in tale ramo si trova una seconda cascata che venne pure attrezzata con scala di legno (Saletta Nera).
Con la realizzazione dello studio e del rilievo pubblicati nel ’60 da Allegranzi, Bartolomei, Broglio, Pasa, Rigobello, Ruffo, si chiude in qualche modo un capitolo del ciclo di esplorazione al Buso della Rana. Fin da allora, data la complessità della grotta, era facilmente prevedibile che non si fosse visto tutto. Lo stesso Allegranzi nel concludere l’introduzione dello studio si sente in dovere di scrivere: “È probabile tuttavia che la cavità, nonostante i 4000 metri di sviluppo finora accertati, riservi ancora molte incognite”.
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