Autore del testo: Leonardo Busellato, tratto dal bollettino del Gruppo Grotte Schio “Stalattite” del 1964
A metà maggio Pierluigi Pamato e compagni con fatica non indifferente erano riusciti ad armare la parte nota del Ramo dei Salti; avevano trascinato in quell’orrido tutte le scalette a disposizione nonché carburo e materiali da roccia.
Cessate, finalmente, le piogge partiamo per tentare il proseguimento dell’esplorazione.
Ci troviamo in quattro: Pamato, immancabile quando si devono percorrere cunicoli impossibili, Caselin e Toso, giovani reclute, e lo scrivente.
Dopo aver percorso il ramo principale ci inoltriamo nel Ramo dei Salti, alla saletta della diagonale ricupero una scaletta che può esserci utile e ci inoltriamo nella strettoia che conduce alla parete di 8 m. armata di scala. Superato strettoia e parete, con qualche difficolta arriviamo alla saletta terminale dell’esplorazione 1961.
Dopo un veloce spuntino, come era stato deciso ci dividiamo: Pamato e Caselin dovranno esplorare il cunicolo che si diparte dalle Salette della Clessidra, scoperte l’anno scorso, mentre Busellato e Toso dovranno tentare la scalata della parete sinistra (entrando), della “saletta terminale 1961” in quanto ad un’altezza di 15-18 m. sembra esserci un cunicolo.
I due che devono andare fino alle “Salette della Clessidra” si sentono sbuffare nel cunicolo e sguazzare nelle marmitte, finche il rumore diventa indistinto e sembra un brontolio. La parete intanto viene attaccata però dopo un po’ ci accorgiamo di essere partiti male, infatti si devono superare alcune metri di roccia sconnessa, strapiombante e sotto forte stillicidio.
Il gruppo di punta, superata la zona esplorata, si inoltra nel cunicolo il quale come strettezza e difficoltà supera ogni aspettativa; percorsi 15 m. sdraiati su di un fianco nella acqua gelida, i due sboccano in una nuova saletta, alta circa una decina di metri, con le pareti particolarmente fratturate, dalla sommità della quale scende a cascatella il rigagnolo che percorre il ramo.
Non essendo possibile superare direttamente la parete strapiombante, Pamato, sostenuto dal compagno, sale la parete opposta e riesce a vedere che il cunicolo continua. Essendo sprovvisti di materiale da roccia sono costretti a ripiegare.
Il sottoscritto intanto raggiunge una cengia alla quale arriva anche un condotto laterale che si congiunge con il corridoio sottostante e forse inizialmente era percorso dall’acqua, che scende dall’alto.
Il risuonare di alcune espressioni pittoresche denota il ritorno dei due del cunicolo; il freddo e la stanchezza a questo punto consigliano la ritirata perciò tutti assieme provvediamo al disarmo della parete (rimane solo un chiodo con moschettone sotto la cengia) e al ricupero dei materiali.