Se è vero che tutti noi abbiamo qualche sogno nel cassetto è anche vero che spesso questo sogno rimane tale. I sogni per natura sono un fatto individuale ma possono diventare tali anche per una categoria di persone. Da più di quarant’anni gli speleologi veneti e più particolarmente quelli del vicentino sognano infatti di trovare una seconda entrata in quella che era di fatto una delle grandi grotte italiane ad un solo ingresso. Stiamo parlando del Buso della Rana, naturalmente.
Per logiche ambientali i due gruppi che più degli altri si sono prodigati al raggiungimento di questo obbiettivo sono da sempre stati il Gruppo Speleologi Malo ed il Gruppo Grotte Schio CAI.
Nel periodo invernale, quando l’attività esplorativa sul vicino altopiano di Asiago diveniva per forza di cose interrotta dalla neve copiosa, era normale vedere speleologi di questi due gruppi “rumare” (rovistare) in ogni angolo dell’altopiano del Faedo – Casaron alla ricerca del buco buono che soffia ed ostinarvisi dentro con le disostruzioni. Quanta fatica e quante delusioni! Questo altopiano carsico è costituito da un pacco calcareo spesso solamente alcune centinaia di metri ed è letteralmente costellato di doline e cavità, alcune anche veramente significative. Ma tutte inesorabilmente chiuse come una pentola ad una certa profondità. Solo una, una grotta strana a dire il vero, è riuscita ad arrivare al sottostante livello di scorrimento. Strana perché l’aria in entrata funge da ingresso basso come il sottostante Buso della Rana. Ma qui siamo ben 300 metri più alti… Questo buco si chiama Buso della Pisatela. Passano gli anni. Il Buso della Rana diventa sempre più grande, lunghi e grandi rami vengono scoperti ed esplorati. Anche il Buso della Pisatela non scherza e a furia di forzamenti e di esplorazioni lo sviluppo esplorato si avvicina ai 10 km. Da una parte, verso monte, la grotta si allontana in regioni lontane e stupende. In un remoto ramo arriva addirittura sotto la cima più alta dell’altopiano, il M.te Faedo, e gli punta sotto un altissimo camino che quasi quasi gli usciva fuori.
Tolto il tappo a questo camino, la Pissy (il Buso della Pisatela) si trova ad avere un secondo ingresso, il Pater Noster (il padre di tutti i camini…). Verso valle la Pissy tira dritta verso il Buso della Rana, e tutti i torrenti ora riuniti in un unico collettore principale si infrangono ai piedi di una gigantesca frana. La sala che precede questo ostacolo viene chiamata appunto Sala della F-Rana. Dal rilievo topografico appare evidente che la Rana è li vicina, sembra quasi di sentirla…
Ormai tutti conoscono i grandi sforzi fatti per superare questo ostacolo. Il Gruppo Grotte Schio ed il Gruppo Speleologi Malo cercano di riunire le forze ed iniziano i lavori, dapprima separatamente in due direzioni. Schio tenta di Bypassare l’ostacolo verso l’alto disostruendo una fessura ventosa chiamata “il Caminetto”. Malo di petto dentro la frana, assaltandola sulla sinistra cercando di proteggersi dalla caduta dei massi con una formidabile ed incredibile struttura di tubi metallici e placche in lamiera, guardarail stradali… Passano ancora gli anni ed il lavoro viene portato avanti caparbiamente, questo bisogna dirlo. Sul Caminetto viene disostruita una fessura per più di 50m, praticamente tutta artificiale. L’aria è sempre tanta, si sapeva che è quella della Rana. Ma che sforzo!…Di sotto i ragazzi di Malo avanzano per una ventina di metri nella frana incombente ma i loro sforzi vengono meno quando seguendo sempre a sinistra la parete della galleria, questa gira ad un certo punto a destra, puntando di fatto nel cuore della frana. Quanti metri cubi di pietrame vengono portati fuori nella sala della F-Rana! Passano ancora alcuni anni di oblio, i lavori registrano un evidente arresto. La situazione si sblocca l’anno scorso quando i ragazzi di Malo decidono che no, non la si può dar vinta alla Rana. Dal giugno del 2011 al seguente Novembre iniziano a sfondare di punta sulla roccia viva, proteggendosi sul lato destro con il solito sistema dei tubi “innocenti”.
All’incontro nazionale di speleologia di Negrar del 2011 ci mettiamo d’accordo, uniamo le forze per l’assalto finale. E così, iniziamo il 14 Gennaio di quest’anno un lavoro accelerato di scavo e di disostruzione, una spinta formidabile di intenso lavoro che ci vede impegnati tutti i fine settimana, tutti i due gruppi sempre insieme per un unico obbiettivo: LA GIUNZIONE. Sapevamo che ci saremmo riusciti, insieme ci davamo la forza di non mollare, ma che fatica ragazzi!…
E così arriviamo al martedì scorso quando tre ragazzi di Malo appurano, trovando e raggiungendo un vuoto nella frana, che si trattava del punto estremo raggiunto dalla parte del Buso della Rana. L’euforia è alle stelle.
Sabato scorso, 17 Marzo, un battaglione di speleo di Schio e Malo (15 speleo) entrano in Pissy un’ultima volta per motivi di scavo. Si lavora sodo per mettere in sicurezza il passaggio e quando infine arriva il messaggio “si può passare” una fila di tute colorate trafila nei trenta metri di tunnel articolato per sboccare infine nella mitica “Sala Ultima Spiaggia”. L’emozione è veramente tantissima, i due vecchiacci presenti aspettavano questo momento da quasi quarant’anni, ed ora erano li quasi con gli occhi bagnati di pianto, certamente con un groppo alla gola, le parole stentavano ad uscire a loro e a tutti… Solo quando la bottiglia di spumante custodita in Sala della F-Rana da troppi anni esplose il tappo, un corale urlo liberatorio veniva annegato nei sorsi di un ancor ottimo prosecco. Che emozione ragazzi. La fine di un incubo, l’inizio e la fine di un sogno…La metamorfosi si era compiuta: la “pisatela” è diventata “rana” (pisatela, in dialetto veneto, è il girino della rana….).
Ci troviamo ora a che fare con un sistema sotterraneo di quasi 40 km di sviluppo e 400m di dislivello. La speleologia tutta con un sistema di grotte che permette una traversata stupenda, sicuramente non facile ma estremamente lunga ed articolata. Dal rilievo risulta infatti una distanza tra i due ingressi più lontani di ben 2,5km.
E adesso è finito tutto qui? Certamente no perché i sogni non finiscono mai, e le grotte neanche. Basta spostare gli orizzonti, il nostro non si vede mai.
Gruppo Speleologi Malo CAI
Gruppo Grotte Schio CAI