La grotta è conosciuta fin dall’antichità e sicuramente frequentata dalle popolazioni preistoriche, come testimoniato dal ritrovamento di reperti archeologici nella vicina Cava Maddalena di Sopra e nei pressi dell’ingresso (dove ore si trova il parco dell’Incantamonte). Tali reperti risalgono al tardo Neolitico (5000 anni fa) ed all’Età del Bronzo (3000 anni fa) e sono conservati al Museo del Priaboniano a Priabona.
Il nome della grotta non ha nulla a che fare con il simpatico anfibio, ma deriva dalla parola cimbra “roan” che significa “parete rocciosa”; quindi “buso della parete rocciosa”, “buso dea roan” che si è trasformato in “buso della rana”.
I Cimbri sono una popolazione di origine germanica che tra i secoli X e XII scesero a colonizzare buona parte dei territori montuosi veneti e che s’insediarono pure da queste parti.
Su questa grotta, come nelle consorelle della zona, è fiorita la leggenda delle Anguane, che, sotto l’aspetto di vaghe donzelle uscivano di notte dai meandri sotterranei del monte, attraendo con arti maliarde i giovani dei paesi vicini che incuriositi si avvicinavano all’ingresso.
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Anni 2000