Alla presenza di circa una quarantina di speleologi in rappresentanza del vicentino, si è tenuto un incontro organizzato dal presidente del GSM Piergaetano Marchioro per parlare del Buso della Rana. Ringraziando per la massiccia presenza, Pierga ha dato la parola al moderatore Beppe Nassi, il quale ha segnalato come la presenza di molti geologi in sala dia la possibilità di ragionare con cognizione di causa sulle potenzialità del BdR.
In effetti la serata è stata organizzata proprio per dare aiuto a tutti quegli esploratori che da anni stanno dando il loro contributo alla continua ricerca di nuovi rami e magari ad una seconda entrata del BdR, sogno di tutti..
E proprio dalle ultime scoperte del Trevisiol si è parlato, segnalando come la curiosità possa portare a nuovi sviluppi (circa 700 mt di ramo fossile a +20 dal ramo principale) ma non solo, visto che soprattutto Gleria e Lanaro hanno parlato di ACQUA, la chiave di tutto! Si nasconde ma successivamente si rivela.
L’acqua è stata fondamentalmente la protagonista della serata, con gli accenni sulla portata del BdR rispetto alla Poscola (4/5 volte superiore quest’ultima), e quindi via a ragionare sul complesso di reticoli del BdR rispetto ai fusoidi da 50/100 mt della Poscola che porterebbero ad un drenaggio così difficile..
Qui la memoria storica di Claudio Barbato a ricordare come sia stato fatto un test con la fluorescina in sala Snoopy, con il risultato che il tracciante si “mostrava” 2/3 giorni dopo sotto il ponte all’uscita del BdR, o come la testimonianza di Luca Dal Molin che informa che si sta monitorando la portata del BdR ma varrebbe la pena farlo anche con la Poscola ed inoltre che si è in stand by per l’utilizzo di un nuovo tracciante (kinopal?) ma non si è ancora trovato il sito dove inserirlo. Al riguardo è stato segnalato il Buso del Checco come possibile spartiacque da Paolo Comparin..
Da Cesare Raumer è arrivato l’invito di monitorare al meglio tutte le risorse fin qui scoperte, NON tralasciando eventuali rilievi di camini o quant’altro.. ed inoltre ragionando su strati e “residui freatici”.
C’è stata poi la richiesta di fare il punto GPS di tutte le grotte e di posizionarle in 3D, in modo di avere un’idea più chiara di tutto l’assetto speleologico del Faedo.
In conclusione (forse) è mancato nel dibattito un po’ di “memoria storica” su vecchie esplorazioni poi trascurate e/o dimenticate, ma non sono mancate “chicche” come il quadretto della foglia trovata in sala della Foglia 35 anni fa..
L’invito quindi è di creare un gruppo di lavoro che coordini le attività di tutti quelli (e sono molti da come la vedo..) che vogliono dedicarsi all’esplorazione del BdR.