Recensione del sito sul Giornale di Vicenza

Recensione sul Giornale di Vicenza

a cura di Giulia Marruccelli: redazione@ilgiornaledivicenza.it

recensione sito giornale VI 21-07-04INTERVISTA

Due grandi passioni, internet e speleologia

Se c’è un sito sul “Buso della Rana” così completo di informazioni e ben strutturato, lo si deve a Sandro Sedran, del gruppo speleologico di Malo; e infatti questo sito non è stato di facile realizzazione: «Il reperimento del materiale è avvenuto cercando nella biblioteca del gruppo di Malo – racconta Sandro -. Nonostante abbia avuto da lavorare per mesi, mi sono reso conto che molti rami risultavano privi di foto, di descrizione e storie esplorative. Questo fatto è facilmente comprensibile per una serie di motivi: nel 99% dei casi, chi va in grotta non lascia traccia scritta dell’attività svolta tranne che la compilazione di sintetiche schede o la stesura del rilievo».
– Ma allora come avviene la descrizione morfologica della cavità?
« Avviene solo verbalmente con i compagni del gruppo o con gli amici e, purtroppo, con il passare del tempo se ne perde la memoria costringendo alla ripercorrenza con lo scopo preciso di buttarla su carta. Ciò non vale per le prime esplorazioni, i cui ricordi possono essere redatti solo dai protagonisti e risulta più difficile una ricostruzione senza perdere la trasmissione delle emozioni vìssute in quel momento».
– Sandro, cosa ti spinto a realizzare il sito?
« Forse è stato anche un pretesto per ridestare negli speleologi l’interesse per questa grotta. Dopo il boom delle esplorazioni degli anni ‘70 ed ’80 si era assistito ad un progressivo abbandono perché gli sforzi esplorativi non davano immediati risultati in termini di nuove scoperte e si preferiva quindi andare a cercare soddisfazioni in altre zone come ad esempio l’Altopiano di Asiago».
– Hai trovato altri ostacoli nel recuperare informazioni?
« Sì, perché che il Buso della Rana era stato diviso in zone esplorative tra i vari gruppi vicentini e questi si sono quindi specializzati nella conoscenza ed esplorazione di alcuni rami piuttosto che altri».
– Ma cosa si può fare per evitare di perdere la memoria storica?
« Da qui nasce un appello a tutti i gruppi vicentini (e non) per contribuire ad arricchire di informazioni questo sito su quella che per noi è la grotta più importante del mondo! Il materiale verrà pubblicato citando fonte ed autore».
– Dopo questi risultati, non ti senti arricchito?
« Tutto il lavoro fatto e le conoscenze acquisite mi hanno consentito di andare in Rana con tutto un altro spirito; adesso le gallerie non trasmettono solo la bellezza esteriore, ma raccontano anche le storie di generazioni di speleologi che le hanno percorse».
RECENSIONE DEL SITO

Buso della Rana: storia, foto e novità

Il sito, interamente realizzato da Sandro Sedran del Gruppo Speleo di Malo, riporta al centro della nome page le notizie in primo piano in alto il menu di servizio utilissimo per approfondire le conoscenze della grotta.
Il link Dati catastali riporta l’Itinerario di accesso, note tecniche e note logistiche, ma soprattutto una mappa sensibile: è sufficiente muovere e cliccare con il mouse sopra la pianta per collegarsi con la sezione descrizione e quindi accedere alle pagine descrittive dei rami: sono disponibili resoconti esplorativi, foto d’archivio. Del ramo principale, dal Lago di Caronte all’androne terminale, ad esempio sono disponibili anche la sezione con spaccati (203 Kb, 7121×800) e la sezione con rami ascendenti dei 1981 (151Kb, 3546×800).
Sempre dal menu di servizio si può accedere alla sezione Storia, dalle prime notizie storiche al periodo dopo la Seconda Guerra mondiale, all’area Idrogeologia che ha messo a disposizione l’intera tesi di laurea in Scienze Geologiche “Studio idrogeologico della struttura carbonatica del Faedo-Casaron” di Enrico Gloria (Relatore: Prof. F. Vuillermin anno accademico 1984-85); vi è inoltre la sezione della Pisatela.
In home page sono disponibili le news: una su tutte: la festa programmata sabato 31 luglio davanti alla Rana, in occasione della fondazione del Gruppo speleologi del Cai di Malo.

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