Ramo Principale di Sinistra o Ramo dei Basalti
Tratta da “Contributo alla conoscenza del carsismo dell’altipiano Faedo-Casaron in relazione ai sistemi ipogei del rio Rana e del torrente Poscola” di ENRICO GLERIA – DARIO ZAMPIERI , Gruppo grotte ” G. Trevisiol ” C.A.I. Vicenza, 1978
Variazioni al testo originale di Sandro Sedran (14/09/2015)
N.B. le note fra parentesi si riferiscono a precisi punti del rilievo del 1975
Dal bivio del ramo Attivo di Destra (120) la diramazione di sinistra risale lungo la linea di faglia con cunicolo dal fondo basaltico. Dopo una brusca deviazione a destra la volta si alza in corrispondenza di una zona molto disturbata da fratture e dislocazioni. Il rivo d’acqua traversa la galleria (121) uscendo da un sifone e s’infila in un condotto che comunica col Laminatoio Bagnato. Risalendo e scendendo tra i blocchi di crollo ricompare il corso d’acqua sul fondo basaltico (122). La galleria continua come fessura molto alta dal fondo a truogolo con marmitte spesso sfondate e banconi di roccia incastrati tra le pareti. Superando uno di questi si arriva al quadrivio: a sinistra si va al Ramo delle Cascate e Fossile di Sinistra, mentre risalendo una colata a chiocciola, in ambienti stretti, si arriva in una zona di incrocio di fratture (124) dove a sinistra inizia il Ramo delle Colate.
Una profonda marmitta è superabile tramite una staffa; la galleria prosegue ora in direzione generale SW con pareti molto strette e cascatelle sul fondo mentre verso l’alto si diramano alcuni cunicoli fossili (132). Alcune decine di metri più avanti una cascata di 5 m è superabile con una non semplice arrampicata (133), ma è preferibile salire nella parte fossile qualche decina di metri prima (corda con nodi o poco più avanti tra i massi). Da questo punto si risale su corda circa 5 metri (con attrezzi speleo) e poi si continua restando alti. Altra risalita su corda di un paio di metri e poi un passaggio delicato su esili appoggi con il vuoto sotto di circa 5 metri. Questo passaggio si può evitare ritornando sull’attivo prima della corda, ma bisogna affrontare tratti stretti e qualche contrapposizione.
Ritornati al livello di base, il ramo continua per circa un centinaio di metri sempre come fessura verticale con le pareti variamente terrazzate e concrezionate nella parte superiore. Per alcuni metri il soffitto si abbassa prima di immettere in una sala (138) con fondo basaltico coperto da grossi massi di crollo staccatisi in corrispondenza di evidenti faglie che intersecano l’asse della galleria.
Nella parte superiore della sala, un passaggio tra i massi consente di ritornare sull’attivo. Poco più avanti una condotta taglia trasversalmente l’asse della sala (140) creando un ambiente più vasto quasi interamente scavato tra antiche polveri piroclastiche miste a basalti; probabilmente il punto più interessante di tutto il ramo.
Da qui si sale a sinistra con l’aiuto di una corda a nodi e ci s’innoltra in un cunicolo ristretto con marmitte sul fondo e frequenti affioramenti basaltici (141). Un restringimento impraticabile del fondo costringe a salire di quota e fare un traverso esposto, assicurato nel primo tratto, ma non nel secondo, per poi ritornare sul fondo.
Più avanti va progressivamente allargandosi mentre il tratto inferiore è inciso più profondamente nella roccia vulcanica per lo più coperta da materiale di crollo sotto il quale scorre il rivo (Sala dei Maistri – 144). Poco più avanti ad un bivio (145) confluiscono due rami entrambi attivi che terminano dopo poche decine di metri con fessure impraticabili o con camini (148 – 146 – 147).
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