Ramo Nord
di Federico Lanaro – Gruppo Speleologico CAI Malo, tratta dalla rivista Speleologia nr. 5 del 1981
Durante una punta di scavo nelle frane della Zona Peep, Toni Tessaro, curiosando qua e là, si infila in un cunicolo che diviene ben presto una strettoia abbastanza lunga (~10mt) dove si deve avanzare su un fianco ed oltre la quale si sbuca in una zona simile alla Peep, ma con un ramo principale ben definito che si dirige a O-N-O con brusche curve a gomito, attivo nella sua parte inferiore e con il fondo coperto da argille umide che testimonierebbero l’occasionale allagamento.
Moltissimi cunicoli, in gran parte inesplorati si staccano dal ramo.
Il ramo attivo si perde a valle in frana occlusa da argilla ed a monte prosegue inesplorato. Dopo circa 150 metri si giunge ad una sala con pareti a specchio di faglia: Sala Grog.
Da qui dipartono due rami: il Ramo delle Nicchie, con partenza decapitata dallo specchio di faglia della sala (pozzetto di due metri), si snoda con nicchie concrezionate per circa 60 metri. Il Ramo dell’Ometto è circa di sviluppo uguale e porta ad una cengia detritica a circa 4 metri dal pavimento di un vasto ambiente in cui scorre un torrente: la Sala Roby. A questa arriva anche il Ramo delle Nicchie.
Siamo nel Ramo Nord; proseguendo verso sud lungo questo grande ramo attivo, dopo circa 40 metri verso valle, si giunge ad una sala (Sala 8 Marzo) da cui scende una doccia perenne da un foro sul soffitto. Uno specchio di faglia chiude la sala lasciando uno stretto pertugio fra i massi dal quale si raggiunge un cunicolo che, dopo circa 20 metri, porta ad una frana dove si perde il torrente. Sulla destra scende un grosso affluente che si innalza subito con parete di circa 5 metri (prosegue a meandro largo 0,8 metri inesplorato).
Da Sala Roby, il Ramo Nord prosegue verso monte in una grande galleria attiva in diaclasi larga 2-3 metri ed alta fino a 20 metri che si dirige in direzione nord. Essa prosegue per circa 100 metri fino ad incontrare un camino, attivo in tempi remoti, da cui scende notevole quantità d’acqua. Sulla parete incisa dall’erosione si intravede, a circa 25 metri di altezza, una soglia da cui sembra partire una grande galleria (il Camino dell’Eco). Sulla stessa parete, a 5-6 metri d’altezza, si apre una fenditura alta 4 e larga 0,8 metri. E’ l’inizio di un ramo laterale fossile, un tempo affluente attivo del Ramo Nord: il Ramo delle Sabbie.
Dal camino si prosegue sempre in direzione nord per altri cinquanta metri, lasciando sulla sinistra un affluente che sfocia nel Ramo Nord da un’apertura a due metri da terra (Papesatàn).
Il ramo effettua una “curva” e prosegue quindi in direzione ovest localizzandosi in un ambiente principale percorso dal torrentello. I calcari molto compatti, cristallini e ricchi di fossili (echinidi, nummuliti, ecc.), determinano la morfologia erosiva caratteristica: galleria abbastanza stretta (larghezza da 0,6 ad 1 metro) ma molto alta (dai 4 agli 8 metri) con pavimento sottoescavato a grandi marmitte piene d’acqua e frequenti piccoli anelli laterali dovuti a diaclasi vicine e parallele.
Si prosegue per circa 100 metri fino ad una marmitta che blocca con la sua presenza e successiva paretina di 4 metri la logica prosecuzione della galleria (La Pozza). (ndw: nel 2005 qui è stata installata una scala in alluminio).
Nella successiva fase esplorativa si è cercato di superare il laghetto al quale si era arrestata la precedente spedizione. Va detto che questa zona si presenta priva dello scorrimento idrico caratteristico della zona immediatamente a valle. Il getto d’acqua fuoriesce da un pertugio impercorribile, sulla sinistra orografica del ramo Nord. Si nota così a qualche metro dal laghetto una finestra molto alta sulla parete sinistra. Raggiunta in arrampicata essa si è rivelata come l’antico letto del torrente che forma subito una grossa marmitta asciutta del diametro di 2 metri e profonda altrettanto. Superata questa si perviene, con breve discesa ad un ambiente assai complesso, composto da vari fusoidi verticali, anastomosati tra loro, uno dei quali forma l’ambiente che, tramite finestra di incisione erosiva, comunica con il laghetto che aveva bloccato la precedente spedizione. È stato ritrovato il torrentello che subisce una cattura ad opera di un basso ed impraticabile condotto, per fuoriuscire poco oltre nel collettore principale, come già osservato. La galleria attiva prosegue verso Ovest, presentandosi alto ma non più larga di un metro, profondamente lavorata dall’erosione, con tracce di marmitte sfondate sulle pareti. Questa sezione si mantiene inalterata per circa 60 metri e la galleria non si discosta minimamente dalla direzione originaria. Un riempimento costringe ad un passaggio basso sull’acqua e subito dopo l’ambiente torna ad allargarsi in una saletta che coincide con curva a gomito verso N-W. Questo tratto di Ramo Nord presenza una sezione abbastanza larga (da 2 a 3 metri) ed è sempre molto alto. Piccole croste basaltiche sono cementate sulla roccia calcarea di base. Numerose gallerie fossili si staccano dalle pareti, tre di queste sembrano offrire interessanti possibilità di sviluppo. Un breve tratto di stretta galleria immette in un nuovo ambiente molto vasto con un grande camino sulla sinistra. I calcari diventano inconsistenti e infatti, superata una piccola cascata di 2 metri, il torrente scompare quasi subito sotto frana. L’ambiente si fa molto grande e si può proseguire camminando sopra la frana per una quarantina di metri finché il soffitto, sempre abbastanza basso, si abbassa sempre più fino ad impedire ogni prosecuzione. Restano da osservare attentamente alcuni passaggi in frana che potrebbero permettere di superarla.
Una trentina di metri dopo la “curva” a gomito si può raggiungere in arrampicata una finestra che prosegue formando una bella galleria con sezione rotondeggiante (condotta forzata) del diametro di tre metri circa, che torna verso est (Ramo Pensile). Dopo una ventina di metri una brusca curva a destra, con pavimento sprofondato di circa 1,5 metri ed un pozzetto (inesplorato) immette nuovamente in una galleria simile alla precedente. Essa prosegue, sdoppiandosi e riunendosi, fino ad una nuova curva a 90° verso sinistra. Da qui con breve galleria in diaclasi si perviene ad un grande ramo che la taglia perpendicolarmente. Esso si può percorrere solo per qualche decina di metri dato che, in entrambe le direzioni, il pavimento scompare ed appare evidente che si tratta della parte “sotto volta” del collettore principale del Ramo Nord, prima della “curva”.
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