Morto

Ramo Morto

loc-morto

Autore del testo: Sandro Sedran

Il ramo ha inizio dal temine del Ramo dell’Argilla in corrispondenza dello sbocco del Labirinto alla Sala da Pranzo. La parte iniziale è molto comoda e presenta una bella sezione verticale dove è possibile osservare l’erosione operata dall’acqua nel tempo; seguono un paio di curve a 90° con il fondo occupato dall’acqua e da un sottostante profondo strato di fango molle che impegna lo spelologo nel preservare asciutti i propri stivali. Inizia ora la parte più faticosa in quanto bisogna districarsi tra gli enormi macigni di crollo che hanno occupato tutta la stretta sezione: staffe metalliche aiutano in alcuni passaggi. Sotto i blocchi è visibile il percorso di un tenue filo d’acqua.
Terminate le contorsioni, l’ambiente si allarga in un sistema a sezione rettangolare adagiata, ma sempre ingombro di macigni di crollo. Sulla sinistra una stanzetta è sormontata da un alto camino a pareti abbondantemente coperte da concrezioni a fungo con il fondo argilloso inciso da una fossa di raccolta di antico stillicidio, ora asciutta. Ora si può proseguire indistintamente tenendo sia la parte sinistra che la destra della galleria fino a raggiungere una saletta (Sala Tabacchi, dato che qualcuno usava fumarsi una cicca arrivati in questo luogo) sulla cui sommità scroscia un rivolo d’acqua. Pochi metri oltre si incomincia ad udire il rumore dell’acqua del Ramo Attivo di Destra che si raggiunge poco dopo.

Era questo il percorso abituale per chiunque avesse voluto raggiungere le parti più a nord della Rana; dico “era” perchè l’installazione nella Sala Nera di una scaletta fissa nella confluenza del Ramo Attivo di Destra con il Ramo Principale permette adesso un accesso più veloce e soprattutto meno faticoso!

 

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