Ramo del Cigno
Il Laghetto delle Fate, esattamente alla fine del “Tunnel” (punto 32 del rilievo), è uno specchio d’acqua che fà da bivio tra i rami che procedono verso il fondo del Buso della Pisatela e il Ramo del Cigno.
Il Ramo del Cigno per la precisione si trova sulla destra idrografica del torrente Rana e inizialmente non parte come Ramo del Cigno, bensì come Ramo del Brutto Anatroccolo. Questo cambiamento di nome si deve alla morfologia del tratto iniziale che alterna basse o strette condotte con slarghi in corrispondenza di camini. Il nome non deve trarre in inganno perchè ci sono dei tratti di condotta freatico-vadosa veramente belli intervallati da nicchie concrezionate ed un paio di camini levigati.
Il “brutto anatroccolo” si trasforma in “cigno” quasi improvvisamente con grandi e comode gallerie di crollo dove l’attivo scorre ad un livello inferiore. Il Cigno ricorda, leggermente più in piccolo, il vicino Tirabora, anche se più lungo.
Al suo termine ci si può infilare in una piccola “sala della faglia” con una bellissima parete liscia, versione mini dell’omonima sala in Rana (non ancora rilevata), oppure ci s’infila in una frana (punto 35 del rilievo) e si percorre una cinquantina di metri in stretta condotta al livello dell’attivo fino a sbucare in una saletta (punto 36 del rilievo) dove, con una scaletta di corda, si sale nella cieca Sala d’Aspetto.
La prosecuzione consiste in un piccolo toboga di fango a misura d’uomo, dove ci si infila ed atterrando alla cieca, ci porta in un meandro con scorrimento d’acqua e sassetti neri. Il meandro prosegue scomodamente un altro centinaio di metri, arrivando a un bivio dove sulla sinistra prosegue in un meandro esiguo, mentre diritti si arriva ad una risalita da dove proviene acqua, ma che finisce nell’impraticabile.
Testo di Sandro Sedran e Carlo Cadaldini